Gruccioni - Appennino nascosto

Appennino nascosto
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IL GRUCCIONE
L'arcobaleno in volo


 
Un canto inconfondibile, rauco e squillante insieme, che riempie il cielo in tutte le direzioni nelle mattine d’estate. Eppure guardando in alto spesso non riusciamo a scorgerli subito, i gruccioni, nonostante siano gli uccelli più colorati d’Europa. Le parti inferiori dell’addome sono verdi-azzurre, come il cielo terso, questo permette loro di confondere i contorni della propria figura e sfuggire meglio agli occhi di possibili predatori in volo qualche metro più in basso. Il resto del piumaggio del gruccione è un vero arcobaleno: il dorso è rosso-arancio, come la parte superiore della testa; la gola gialla e il sopracciglio verde-azzurro, separati da una mascherina nera che parte dai lati del lungo becco leggermente arcuato. Il verde-azzurro prevalente si scurisce via via verso l’apice delle ali e della coda, quest’ultima con la particolarità di avere, negli adulti, delle lunghe penne centrali appuntite, caratteristica che li rende inconfondibili in volo.

 


 
Merops apiaster, il suo nome scientifico, così come il nome comune inglese Bee-eater, in realtà danno solo una minima idea delle sue preferenze alimentari. Il gruccione si nutre, infatti, di vari insetti alati di modeste dimensioni, che cattura in volo, con un’infallibile strategia di individuare le prede da un posatoio, con la potente vista, per poi involarsi rapidamente per catturarle. Non solo api, quindi, ma soprattutto calabroni, vespe, bombi che vengono percossi e sfregati su un ramo per rimuoverne il pungiglione; ma anche tafani, coleotteri, libellule fanno parte della dieta tipica del gruccione.
 



 
È un uccello migratore su lungo raggio: sverna nell’Africa tropicale e torna ogni primavera nei suoi luoghi riproduttivi europei, seguendo precise rotte millenarie, che percorre puntualmente in gruppi anche molto numerosi. Nelle Marche ne è stata accertata la nidificazione solo a partire dagli anni ‘80 (Pandolfi M. 1981, Nidificazione del gruccione Merops apiaster nelle Marche, Avocetta 5: 143-145), considerato in precedenza solo di passo nella nostra Regione.
 



 
Il gruccione nidifica su pareti, scarpate e argini dei fiumi dove scava gallerie molto profonde (anche 2,5m) che terminano con la camera di deposizione delle uova, nella quale i piccoli cresceranno alimentati da entrambe i genitori. Predilige luoghi collinari, ma non è raro trovarlo anche ad altitudini maggiori (è proprio nostra esperienza di un piccolo stormo in volo sopra il Corno Grande!). Frequentatore di campagne e zone rurali, non disdegna aree artificiali per nidificare, come cave abbandonate e campi in pendenza, con una popolazione numericamente in aumento negli ultimi anni e risultando pertanto non in pericolo, secondo i dati IUCN. Tuttavia le coltivazioni intensive, la cementificazione delle aree rurali e l’uso massivo di insetticidi risultano ovviamente dei pericoli per i gruccioni, poco apprezzati, spesso anche da alcuni apicoltori.
 



 
Sul finire dell’estate iniziano il loro viaggio verso sud, chiassosi e invisibili allo stesso tempo, volano lievemente più bassi, alle prime luci fresche e umide di inizio settembre, dando ai più mattinieri un’ultima possibilità di essere ammirati, prima della successiva primavera.
 


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