Scoiattolo - Appennino nascosto

Appennino nascosto
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Lo scoiattolo comune
Instancabile roditore dei boschi

 
Nei boschi appenninici, quando l’umidità autunnale inizia a riempire gli spazi tra i rami, accompagnando le foglie nella lieve discesa verso le radici, con grandi balzi furtivi s’intravede a momenti l’agile silhouette dello scoiattolo. È indubbiamente il roditore più apprezzato, con i suoi occhi vispi e i movimenti leggiadri della folta coda, mentre corre su e giù per i tronchi di querce, pini o faggi.

 

 
Lo scoiattolo comune, Sciurus vulgaris, abita i nostri boschi appenninici, spingendosi senza timore fin dentro i giardini privati e i parchi cittadini, purché ci siano alberi, siepi e soprattutto cibo. Mangia principalmente frutta fresca e secca, germogli, semi, ma completa la sua dieta anche con insetti, uova e piccoli animali. Con un corpo lungo una ventina di centimetri, la coda lo supera abbondantemente, arrivando appena sotto i 30 centimetri, ed ha molteplici funzioni: bilanciamento, nelle corse lungo i rami; comunicazione, mostrandola e agitandola nel periodo riproduttivo; calore come una coperta, durante l’inverno.

 

 
Lo scoiattolo comune, detto anche scoiattolo rosso, è presente in regione con la forma scura, di un marrone quasi nero, mentre la pancia è sempre bianca, anche negli esemplari più rossicci della stessa specie, generalmente prevalenti nel nord Italia. Recentemente è stata individuata una specie endemica del meridione, dal pelo nero, leggermente più grande, nominata Sciurus meridionalis.
Di abitudini per lo più diurne e totalmente arboricole, lo scoiattolo è un animale solitario: s’incontra con i suoi simili soltanto a fine inverno e, più raramente, durante l’estate, cioè nei periodi riproduttivi. I maschi sfoggiano la coda e si rincorrono minacciosi lungo i tronchi, scacciando i rivali in prove di abilità e forza fisica. Le femmine partoriscono generalmente 4-6 piccoli, ciechi e nudi per diverse settimane, al sicuro di un nido sferico di ramaglie, foglie e muschio, costruito (o rubato a qualche corvide) in cima ad un grosso albero.



Alla fine dell’estate, quando maturano le prime nocciole, comincia a raccogliere quante più provviste possano sostentarlo nei mesi freddi, durante quello il quale non è un vero e proprio letargo, ma solo la riduzione delle attività, per risparmiare energie e rimanere al caldo del suo nido, coperto dalla coda. Basta, infatti, qualche tiepido raggio di sole per rimettere in moto questo instancabile roditore, che girerà con attenzione tra le sue numerose dispense, in cerca di quanto accumulato nei mesi precedenti. Non è raro che se ne dimentichi qualcuna, contribuendo alla diffusione di molte piante forestali.



I suoi predatori sono i vari carnivori di medie dimensioni abili arrampicatori di tronchi: faina, martora, gatto selvatico; oppure, piombando dall’alto delle chiome, anche alcuni rapaci possono nutrirsi di scoiattoli. La perdita di habitat, a causa dell’abbattimento di grandi alberi o degli incendi, è una delle minacce principali per lo scoiattolo comune, insieme alla diffusione delle specie alloctone. Lo scoiattolo grigio parente americano, con il quale non corre buon sangue, è, infatti, una specie invasiva in rapida diffusione, a partire dai parchi cittadini, nei quali è stato introdotto come animale domestico. Di dimensioni maggiori e con molti meno timori verso gli umani, che spesso lo nutrono peggiorando la situazione, lo scoiattolo grigio si riproduce molto velocemente, andando a competere fortemente con il nostro scoiattolo comune.
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Appennino nascosto 2024
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